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BIG PHARMA: DISASTRO DOLOSO E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
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Sei libero di rimanere sofferente, sei libero di essere malato, sei libero di farti curare come preferisci, sei libero di rovinarti con i farmaci, sei libero di credere a chi vuoi, sei anche libero di farti infinocchiare, sei libero di collezionare tutte le malattie che vuoi, sei libero di rovinarti come preferisci, sei anche libero di rimanere ignorante sul come funzionano le cose. Ma per favore...
...dopo esserti preso tutte le libertà che volevi, non venire in questo forum a scrivere le solite sciocchezze, basate su preconcetti e pregiudizi, solo per il fatto che non seguiamo la corrente e la pensiamo in modo differente.
Sei un essere libero… sei libero di scegliere se far spiccare il volo ai tuoi ragionamenti o tenere le tue idee intrappolate in una scatola.
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BIG PHARMA: DISASTRO DOLOSO E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
Ecco un articolo pubblicato da Repubblica.it sul caso Lucentis e Avastin, che ha implicato delle accuse gravi ai vertici delle case farmaceutiche Roche e Novartis.
Indagati a Torino i capi delle case farmaceutiche Roche e Novartis per lo scandalo dei medicinali salvavista Avastin e Lucentis: contestati anche i reati di truffa e aggiotaggio. L'inchiesta è partita da una denuncia della Società oftalmica italiana e dalla segnalazione dei Nas di Torino
I vertici di Roche e Novartis, le due case farmaceutiche multate dall'Antitrust per lo scandalo dei medicinali salvavista Avastin e Lucentis, sono indagati a Torino. Disastro doloso ("Hanno danneggiato la salute pubblica") e associazione a delinquere, assieme a truffa e aggiotaggio: sono questi, secondo quanto si apprende, i reati ipotizzati dalla Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta che ruota attorno al medicinale salvavista Avastin, per il quale l'antitrust ha sanzionato le due multinazionali del farmaco con una sanzione da 180 milioni di euro. Il procuratore Raffaele Guariniello, che indaga dal 2012 sulla vicenda, ha annunciato che l'indagine ipotizza non solo reati di tipo economico contro il servizio sanitario nazionale ma anche l'accusa di aver agito mettendo a rischio la salute dei cittadini.
L'indagine è partita a fine 2012 ed è entrata nel vivo grazie a una denuncia della Società oftalmologica italiana e dalla segnalazione dei Nas di Torino: i carabinieri avevano identificato alcune farmacie che, per ovviare all'aumento dei costi per i pazienti, suddividevano il contenuto dei flaconi dell'Avastin (registrato solo per le terapie oncologiche) in piccole dosi adatte all'uso oftalmico. Ed è così che come per Eternit Giariniello contesta il reato di disastro doloso che si configura secondo l'accusa per aver messo in pericolo la salute di un numero indeterminato di pazienti i quali, a causa dell'elevato costo del farmaco non hanno potuto accedere alle cure. La procura ha affidato due consulenze sugli aspetti economici e quelli sanitari e ha aperto un fascicolo al momento senza indagati per l'ipotesi di corruzione sulla base dell'esposto della Società oftalmologica italiana.
La Società oftalmologica italiana, aveva chiesto infatti nel suo esposto, di valutare anche il reato di corruzione nei confronti degli enti pubblici coinvolti. Nel documento depositato il 30 dicembre 2013, Matteo Piovella, presidente Soi, scrive: "È difficile immaginare che le società farmaceutiche siano riuscite a truffare il servizio sanitario nazionale senza la fondamentale sponda di qualche soggetto operante in Ema e Aifa". Accuse che l'Aifa respinge al mittente annunciando querela: "Siamo un'istituzione con la schiena dritta".
Sulla vicenda è in corso anche un'indagine della procura di Roma, tra i cui atti sono finite le e-mail scambiate dai dirigenti di Roche e Novartis che confermerebbero la collusione tra le case farmaceutiche.
Le due aziende negano accordi illeciti: "Novartis - si legge in una nota - riafferma la correttezza del proprio agire ed è disponibile a fornire ogni chiarimento alle autorità competenti, verso le quali nutre la massima fiducia".
Fonte: torino.repubblica.it
Indagati a Torino i capi delle case farmaceutiche Roche e Novartis per lo scandalo dei medicinali salvavista Avastin e Lucentis: contestati anche i reati di truffa e aggiotaggio. L'inchiesta è partita da una denuncia della Società oftalmica italiana e dalla segnalazione dei Nas di Torino
I vertici di Roche e Novartis, le due case farmaceutiche multate dall'Antitrust per lo scandalo dei medicinali salvavista Avastin e Lucentis, sono indagati a Torino. Disastro doloso ("Hanno danneggiato la salute pubblica") e associazione a delinquere, assieme a truffa e aggiotaggio: sono questi, secondo quanto si apprende, i reati ipotizzati dalla Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta che ruota attorno al medicinale salvavista Avastin, per il quale l'antitrust ha sanzionato le due multinazionali del farmaco con una sanzione da 180 milioni di euro. Il procuratore Raffaele Guariniello, che indaga dal 2012 sulla vicenda, ha annunciato che l'indagine ipotizza non solo reati di tipo economico contro il servizio sanitario nazionale ma anche l'accusa di aver agito mettendo a rischio la salute dei cittadini.
L'indagine è partita a fine 2012 ed è entrata nel vivo grazie a una denuncia della Società oftalmologica italiana e dalla segnalazione dei Nas di Torino: i carabinieri avevano identificato alcune farmacie che, per ovviare all'aumento dei costi per i pazienti, suddividevano il contenuto dei flaconi dell'Avastin (registrato solo per le terapie oncologiche) in piccole dosi adatte all'uso oftalmico. Ed è così che come per Eternit Giariniello contesta il reato di disastro doloso che si configura secondo l'accusa per aver messo in pericolo la salute di un numero indeterminato di pazienti i quali, a causa dell'elevato costo del farmaco non hanno potuto accedere alle cure. La procura ha affidato due consulenze sugli aspetti economici e quelli sanitari e ha aperto un fascicolo al momento senza indagati per l'ipotesi di corruzione sulla base dell'esposto della Società oftalmologica italiana.
La Società oftalmologica italiana, aveva chiesto infatti nel suo esposto, di valutare anche il reato di corruzione nei confronti degli enti pubblici coinvolti. Nel documento depositato il 30 dicembre 2013, Matteo Piovella, presidente Soi, scrive: "È difficile immaginare che le società farmaceutiche siano riuscite a truffare il servizio sanitario nazionale senza la fondamentale sponda di qualche soggetto operante in Ema e Aifa". Accuse che l'Aifa respinge al mittente annunciando querela: "Siamo un'istituzione con la schiena dritta".
Sulla vicenda è in corso anche un'indagine della procura di Roma, tra i cui atti sono finite le e-mail scambiate dai dirigenti di Roche e Novartis che confermerebbero la collusione tra le case farmaceutiche.
Le due aziende negano accordi illeciti: "Novartis - si legge in una nota - riafferma la correttezza del proprio agire ed è disponibile a fornire ogni chiarimento alle autorità competenti, verso le quali nutre la massima fiducia".
Fonte: torino.repubblica.it