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Ci sono studi sul disallineamento dell'Atlante?

Inviato: sabato 12 settembre 2015, 21:19
da admin
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26344031

C1-C2 X-Ray assessment of misalignment parameters in patients with Chronic Cerebra-spinal Venous Insufficiency and Multiple Sclerosis versus patients with other pathologies.
Mandolesi S, Marceca G, d'Alessandro A, Desogus A, Ciccone MM, Zito A, Manconi E, Niglio T, Mandolesi D, d'Alessandro A, Fedele F.
Abstractin English, Italian
SCOPO:

La compressione completa delle vene giugulari interne, in posizione anteriore, mostra una prevalenza del 48% ed è equamente distribuita nei diversi segmenti di queste vene nei pazienti con insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (CCSVI) e Sclerosi Multipla (SM). Tale elevata incidenza di Sindrome Compressione Venosa SCV delle vene giugulare interna ci spinge a ricercare specifiche alterazioni posturali in questi pazienti.
METODO:

Abbiamo studiato 386 pazienti affetti da CCSVI e SM e un gruppo di controllo di 156 pazienti senza SM. I pazienti sono stati valutati con un esame radiografico della colonna vertebrale cervicale in ortostatismo. Abbiamo analizzato il disallineamento di C1-C2 in lateralità sinistra e destra, rotazione anteriore sinistra, e destra, rotazione posteriore sinistra e destra, inclinazione superiore ed inferiore, intrusione anteriore (antero-listesi).
RISULTATI:

La valutazione dell’intrusione anteriore mostra i seguenti valori medi: nel gruppo con CCSVI e SM: 4,29 ± 1,48 millimetri, nel gruppo di controllo: 3.78 ± 1,45 millimetri (p = 0.0008). La valutazione della lateralità destra mostra il seguente valori medi: nel gruppo con CCSVI e SM: 2,31 ± 1,41 millimetri, nel gruppo di controllo: 1,97 ± 1,28 millimetri (p = 0,0426). Abbiamo anche trovato che una durata più lunga della malattia corrisponde ad una maggiore gravità della condizione patologica (p <0,0001).
CONCLUSIONE:

L’analisi dei dati radiografici mostra la significatività statistica, nel campione con CCSVI e SM, della severa antero-listesi e della lateralità destra che sono due, tre volte più frequenti rispetto ai controlli. Considerando la novità di questo lavoro e la totale assenza di lavori scientifici simili in grado di confermare questi dati, è necessario continuare questi studi per migliorare la gestione clinica di questi pazienti ed le strategie terapeutiche basate su trattamenti decompressivi venosi sia chirurgici che manipolativi.

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