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EMICRANIA da sempre
- Daniela
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EMICRANIA da sempre
EMICRANIA DA SEMPRE
di Daniela D. fisioterapista – 17 Giugno 2020
Entra in studio una signora di circa 50 anni, ci presentiamo e inizia a raccontarmi la sua storia: soffre di emicrania da quando è adolescente, una "presenza fedele" che la accompagna per circa 3 settimane al mese e che la costringe ad assumere un cocktail di farmaci da 15 anni.
La signora mi parla con gli occhi socchiusi, ed una mano appoggiata fissa sulla tempia destra. Fa fatica, fatica a concentrarsi per pensare a cosa dire, fatica ad articolare le parole e perfino fatica a tenere lo sguardo su di me. Mi viene l’ansia nel pensare a quanto sia difficile trascorrere le giornate in quel modo.
Non ricordo che lavoro facesse o che tipo di vita familiare avesse, tutte queste informazioni sono passate in secondo piano, mi sono scivolate addosso diventando subito ininfluenti.
Qualunque attività, qualunque ruolo, qualsiasi cosa, era per lei solo una grande ed immensa fatica da anni, praticamente da sempre.
Mi dice che questi attacchi le impediscono di avere una vita normale e aggiunge "se questa si può chiamare vita". Mi confida che ormai è diventata dipendente da tutta una serie di farmaci, i quali dopo qualche anno provocano assuefazione e non sortiscono più alcun effetto; cosi deve cambiare molecola e intossicarsi nuovamente con altri farmaci.
Ogni anno deve recarsi in ospedale per fare un periodo di disintossicazione dalle medicine che determinano numerosi effetti collaterali, donandole ormai benefici minimi.
La signora ha paura di diminuire la terapia farmacologica, temendo che un eventuale peggioramento dell’emicrania sarebbe per lei ingestibile. E’ chiaramente al limite, non ce la fa più.
Una situazione di questo tipo mi preoccupa e mi carica di responsabilità. Le chiedo quali sono le sue aspettative riguardo al nostro trattamento e come si è imbattuta in Atlantomed. La signora mi risponde che sono mesi che è venuta a conoscenza del nostro metodo attraverso una vicina di casa.
Guardando il nostro sito si era ricordata di un evento accaduto quando era ragazzina. Si trovava sul bordo di un muro a giocare "a fare la spia" con un compagno di giochi, quando malauguratamente era caduta giù, procurandosi un trauma cranico. Era stata ricoverata in ospedale e dimessa solo dopo circa 30 giorni, in apparenza "senza nessuna conseguenza", ma da quel momento in poi, l’emicrania non l’aveva più abbandonata.
Leggendo il sito le era sorto il dubbio, e soprattutto era nata la speranza che la caduta potesse essere stata la causa scatenante del suo disturbo. Dentro di me lo spero almeno quanto lei. Eseguo il trattamento senza alcuna difficoltà, la signora sembra inerte, non reagisce al massaggio, non si lamenta mai di nulla. Prendiamo l’appuntamento per la seduta di controllo, le raccomando di avere pazienza e di non interrompere in modo improvviso la terapia farmacologica, per evitare il rischio di una crisi di astinenza.
Quando la signora torna al controllo si mostra serena e lucida. Durante il colloquio che precede il controllo mi racconta come l’emicrania, passati i primi 10 giorni, abbia iniziato a diminuire di intensità e lei, dopo un consulto col neurologo, ha iniziato a sentirsi pronta per scalare i farmaci.
A distanza di circa tre mesi dal trattamento assume il dosaggio minimo di un solo farmaco, mentre altri due li ha ormai completamente eliminati. L’emicrania è ricomparsa solo una volta nelle ultime 3 settimane e con un attacco di intensità assolutamente gestibile.
Terminato il controllo l'accompagno all'uscita e lei, con un enorme sorriso mi dice: "sto decisamente meglio e mi hai cambiato la vita, se solo vi avessi trovato prima".
Sospira, mi abbraccia e se ne va.
Un gesto che vale più di mille parole!
Daniela Diomende
FONTE: https://atlantomed.eu/it/blog/emicrania-da-sempre
di Daniela D. fisioterapista – 17 Giugno 2020
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Entra in studio una signora di circa 50 anni, ci presentiamo e inizia a raccontarmi la sua storia: soffre di emicrania da quando è adolescente, una "presenza fedele" che la accompagna per circa 3 settimane al mese e che la costringe ad assumere un cocktail di farmaci da 15 anni.
La signora mi parla con gli occhi socchiusi, ed una mano appoggiata fissa sulla tempia destra. Fa fatica, fatica a concentrarsi per pensare a cosa dire, fatica ad articolare le parole e perfino fatica a tenere lo sguardo su di me. Mi viene l’ansia nel pensare a quanto sia difficile trascorrere le giornate in quel modo.
Non ricordo che lavoro facesse o che tipo di vita familiare avesse, tutte queste informazioni sono passate in secondo piano, mi sono scivolate addosso diventando subito ininfluenti.
Qualunque attività, qualunque ruolo, qualsiasi cosa, era per lei solo una grande ed immensa fatica da anni, praticamente da sempre.
Mi dice che questi attacchi le impediscono di avere una vita normale e aggiunge "se questa si può chiamare vita". Mi confida che ormai è diventata dipendente da tutta una serie di farmaci, i quali dopo qualche anno provocano assuefazione e non sortiscono più alcun effetto; cosi deve cambiare molecola e intossicarsi nuovamente con altri farmaci.
Ogni anno deve recarsi in ospedale per fare un periodo di disintossicazione dalle medicine che determinano numerosi effetti collaterali, donandole ormai benefici minimi.
La signora ha paura di diminuire la terapia farmacologica, temendo che un eventuale peggioramento dell’emicrania sarebbe per lei ingestibile. E’ chiaramente al limite, non ce la fa più.
Una situazione di questo tipo mi preoccupa e mi carica di responsabilità. Le chiedo quali sono le sue aspettative riguardo al nostro trattamento e come si è imbattuta in Atlantomed. La signora mi risponde che sono mesi che è venuta a conoscenza del nostro metodo attraverso una vicina di casa.
Guardando il nostro sito si era ricordata di un evento accaduto quando era ragazzina. Si trovava sul bordo di un muro a giocare "a fare la spia" con un compagno di giochi, quando malauguratamente era caduta giù, procurandosi un trauma cranico. Era stata ricoverata in ospedale e dimessa solo dopo circa 30 giorni, in apparenza "senza nessuna conseguenza", ma da quel momento in poi, l’emicrania non l’aveva più abbandonata.
Leggendo il sito le era sorto il dubbio, e soprattutto era nata la speranza che la caduta potesse essere stata la causa scatenante del suo disturbo. Dentro di me lo spero almeno quanto lei. Eseguo il trattamento senza alcuna difficoltà, la signora sembra inerte, non reagisce al massaggio, non si lamenta mai di nulla. Prendiamo l’appuntamento per la seduta di controllo, le raccomando di avere pazienza e di non interrompere in modo improvviso la terapia farmacologica, per evitare il rischio di una crisi di astinenza.
Quando la signora torna al controllo si mostra serena e lucida. Durante il colloquio che precede il controllo mi racconta come l’emicrania, passati i primi 10 giorni, abbia iniziato a diminuire di intensità e lei, dopo un consulto col neurologo, ha iniziato a sentirsi pronta per scalare i farmaci.
A distanza di circa tre mesi dal trattamento assume il dosaggio minimo di un solo farmaco, mentre altri due li ha ormai completamente eliminati. L’emicrania è ricomparsa solo una volta nelle ultime 3 settimane e con un attacco di intensità assolutamente gestibile.
Terminato il controllo l'accompagno all'uscita e lei, con un enorme sorriso mi dice: "sto decisamente meglio e mi hai cambiato la vita, se solo vi avessi trovato prima".
Sospira, mi abbraccia e se ne va.
Un gesto che vale più di mille parole!
Daniela Diomende
FONTE: https://atlantomed.eu/it/blog/emicrania-da-sempre
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