Il cliente siciliano
Inviato: mercoledì 24 giugno 2020, 9:00
IL CLIENTE SICILIANO
di Rachele R. fisioterapista – 19 Giugno 2020
Oggi vi racconto la mia esperienza con un paziente siciliano di 48 anni, la cui giornata si svolge prevalentemente seduto dietro ad una scrivania. Appena sono uscita dalla mia stanza, per chiamarlo nella sala di attesa e farlo entrare, mi è subito saltato all'occhio il fatto che stesse lì, seduto a fissare con aria persa il nostro formulario mentre lo teneva in mano.
Mi sono avvicinata, notando il formulario ancora vuoto ad esclusione della parte riguardante i suoi dati personali. Lo faccio allora accomodare della mia stanza di trattamento, per aiutarlo a compilare la parte mancante.
Mi racconta che è venuto a conoscenza del nostro centro tramite varie ricerche su internet e che ci ha messo molto tempo per decidere di intraprendere il viaggio verso Chiasso, perché è molto lontano da casa sua.
Ho inteso come fosse molto legato alla sua terra e raccontandogli di una mia recente vacanza in Sicilia ho trovato la chiave giusta per iniziare il trattamento in un’atmosfera un poco più rilassata.
Non ho voluto soffermarmi subito sui problemi fisici veri e propri, in quanto alla mia domanda: "dai, dimmi perché hai deciso di venire a fare questo trattamento, quali sono i disturbi che ti danno più fastidio?" Lui mi ha risposto "ho dolori a tutto il corpo, dalla testa ai piedi".
Riflettendo su questa sua affermazione, avevo intuito l’esistenza di uno stato depressivo, indotto probabilmente dalla situazione dolorosa cronicizzata, che necessitava perciò di essere eliminata al più presto.
Ho deciso di fare in modo che la sua mente si focalizzasse su altro e non sul dolore.
Finito il trattamento gli ho spiegato quale potesse essere l’iter del post trattamento, informandolo riguardo alle reazioni che possono subentrare nella fase di autoregolazione, cercando di sottolineare l’importanza della seconda seduta che completa il trattamento.
Pazienti con queste problematiche emozionali molto spesso tendono a lasciarsi andare e frequentemente rischiano di rinunciare a tornare per la seconda seduta, se i sintomi non migliorano subito come avrebbero voluto, proprio per questa ragione con loro insisto sempre un po' di più.
Stati emozionali bassi rendono infatti la fase di autoregolazione e rigenerazione molto più lunga e tortuosa, mentre lo scoraggiamento è dietro l'angolo.
Come avevo previsto il paziente non si presenta al secondo appuntamento, cosi decido di prendere il telefono e chiamarlo. Riesco a convincerlo a prendere un nuovo appuntamento e due settimane più tardi finalmente si presenta in studio.
I suoi sintomi erano notevolmente miglioranti e anche il suo umore sembrava finalmente sulla strada giusta verso la "normalità"!
Eseguo un altro massaggio per sciogliere le nuove contratture muscolari che si erano formate in altri punti, indotte dal notevole cambio posturale avvenuto e lo sprono a ricominciare una vita normale, senza più la paura di sentire dolori a ogni movimento o il timore di restare vittima di un attacco di emicrania come succedeva prima.
Questo paziente siciliano penso che sia stato l’esempio più eclatante all’interno della mia esperienza, di quanto lo stato mentale e psicologico influiscano sullo stato di salute generale della persona.
FONTE: https://atlantomed.eu/it/blog/dolori-ovunque
Rachele, specialista dell'Atlante
di Rachele R. fisioterapista – 19 Giugno 2020
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Oggi vi racconto la mia esperienza con un paziente siciliano di 48 anni, la cui giornata si svolge prevalentemente seduto dietro ad una scrivania. Appena sono uscita dalla mia stanza, per chiamarlo nella sala di attesa e farlo entrare, mi è subito saltato all'occhio il fatto che stesse lì, seduto a fissare con aria persa il nostro formulario mentre lo teneva in mano.
Mi sono avvicinata, notando il formulario ancora vuoto ad esclusione della parte riguardante i suoi dati personali. Lo faccio allora accomodare della mia stanza di trattamento, per aiutarlo a compilare la parte mancante.
Mi racconta che è venuto a conoscenza del nostro centro tramite varie ricerche su internet e che ci ha messo molto tempo per decidere di intraprendere il viaggio verso Chiasso, perché è molto lontano da casa sua.
Ho inteso come fosse molto legato alla sua terra e raccontandogli di una mia recente vacanza in Sicilia ho trovato la chiave giusta per iniziare il trattamento in un’atmosfera un poco più rilassata.
Non ho voluto soffermarmi subito sui problemi fisici veri e propri, in quanto alla mia domanda: "dai, dimmi perché hai deciso di venire a fare questo trattamento, quali sono i disturbi che ti danno più fastidio?" Lui mi ha risposto "ho dolori a tutto il corpo, dalla testa ai piedi".
Riflettendo su questa sua affermazione, avevo intuito l’esistenza di uno stato depressivo, indotto probabilmente dalla situazione dolorosa cronicizzata, che necessitava perciò di essere eliminata al più presto.
Ho deciso di fare in modo che la sua mente si focalizzasse su altro e non sul dolore.
Finito il trattamento gli ho spiegato quale potesse essere l’iter del post trattamento, informandolo riguardo alle reazioni che possono subentrare nella fase di autoregolazione, cercando di sottolineare l’importanza della seconda seduta che completa il trattamento.
Pazienti con queste problematiche emozionali molto spesso tendono a lasciarsi andare e frequentemente rischiano di rinunciare a tornare per la seconda seduta, se i sintomi non migliorano subito come avrebbero voluto, proprio per questa ragione con loro insisto sempre un po' di più.
Stati emozionali bassi rendono infatti la fase di autoregolazione e rigenerazione molto più lunga e tortuosa, mentre lo scoraggiamento è dietro l'angolo.
Come avevo previsto il paziente non si presenta al secondo appuntamento, cosi decido di prendere il telefono e chiamarlo. Riesco a convincerlo a prendere un nuovo appuntamento e due settimane più tardi finalmente si presenta in studio.
I suoi sintomi erano notevolmente miglioranti e anche il suo umore sembrava finalmente sulla strada giusta verso la "normalità"!
Eseguo un altro massaggio per sciogliere le nuove contratture muscolari che si erano formate in altri punti, indotte dal notevole cambio posturale avvenuto e lo sprono a ricominciare una vita normale, senza più la paura di sentire dolori a ogni movimento o il timore di restare vittima di un attacco di emicrania come succedeva prima.
Questo paziente siciliano penso che sia stato l’esempio più eclatante all’interno della mia esperienza, di quanto lo stato mentale e psicologico influiscano sullo stato di salute generale della persona.
FONTE: https://atlantomed.eu/it/blog/dolori-ovunque
Rachele, specialista dell'Atlante