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La postura di mia figlia vista dal punto di vista del fisioterapista

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Davide
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La postura di mia figlia vista dal punto di vista del fisioterapista

La postura di mia figlia vista dal punto di vista del fisioterapista
trattamenti di famiglia




di Davide C. fisioterapista – 25 Giugno 2020
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Sempre più bambini giungono all’attenzione dei vari specialisti in ambito medico e assistenziale. La possibilità di reperire tante informazioni, prevalentemente su internet, ma anche l’interpretazione sbagliata delle stesse, ha fatto sì che negli ultimi due decenni crescesse l’attenzione e la preoccupazione che i genitori prestano nei confronti delle patologie di interesse ortopedico.

Questa è la ragione per cui patologie come scoliosi, piede piatto, deformità che interessano gli arti inferiori, sono diventate così "famose".

Il bambino è un soggetto complesso, perché si tratta di un individuo in continua evoluzione, ed è perciò importante riconoscere in tempo utile alcune situazioni patologiche e differenziarle dalle tappe fisiologiche obbligate del processo di crescita. E’ fondamentale una stretta collaborazione tra tutti i professionisti del settore, a partire dal pediatra fino ad arrivare al fisioterapista.

E’ consigliata a cominciare dall’età scolare una valutazione specialistica soprattutto se in famiglia c’è positività familiare all’anamnesi.

I genitori stessi sono spesso i primi a fare una "diagnosi", dove si evince per esempio uno strano modo di deambulare e di appoggiare i piedi, così come dolore e irrequietezza del bambino.

Mia figlia ha avuto una fase pre partum lenta, complicata da una posizione anomala e costretta del capo, durante la fase espulsiva nel canale del parto.

Camilla, all’età di cinque anni, come tante delle sue amichette e coetanee, ha iniziato a fare danza. Attività che pratica tutt’ora con grande entusiasmo e passione.

L’esuberanza che la distingue, perché buon sangue non mente, ha fatto sì che un giorno, all’età di sei anni e mezzo circa, durante uno dei tanti salti e prove coreografiche fatte a casa anche un po’ per gioco, cadesse dal divano sul tappeto scaricando il peso del corpo sulla testa.

Alla fine della prima lezione di danza frequentata dopo avere subito il trauma, Camilla mi disse di accusare un forte dolore ogni qualvolta si appoggiava sul piede destro, dolore che si acutizzava durante il passo. La cosa, essendo io fisioterapista mi insospettì molto, dal momento che i test classici differenziali di arto inferiore e piede, uniti ad un esame fisico generale, mi diedero esito negativo.

Data la tipologia del trauma distorsivo alla cervicale, quello pregresso legato al parto e quello recente dovuto alla caduta, pensai subito di rifare una valutazione della posizione della prima vertebra cervicale, della muscolatura del collo e della apertura della bocca. Mia figlia ha problemi di sviluppo tardivo della dentizione, con sovraffollamento degli elementi e palato stretto, ma nessuna deviazione mandibolare.

La caratterizzano Iperlordosi e scapole alate. Il laser del sistema di misura che usiamo per la valutazione posturale evidenziò un’inclinazione del bacino e carico asimmetrico.

Ho incoraggiato Camilla a fidarsi del suo papà, spiegandole, come si fa ad una qualsiasi bimba, quanto sia importante stare bene e intervenire precocemente qualora qualcosa non vada e si riscontrino dei problemi, così come è importante agire tempestivamente per tutti gli esseri viventi che in natura devono crescere e svilupparsi. Piante comprese.

Nulla di grave le dissi, ma il tuo papà ha sentito con le dita che i muscoletti del collo si sono induriti più da una parte, spingendo l’Atlante leggermente fuori posto.

Con poche sequenze vibratorie dolci, eseguite per qualche secondo con lo strumento per la correzione dell'Atlante, le tensioni si allentarono favorendo il riposizionamento fisiologico della vertebra.

Ovviamente è inutile negare che un po’ di fastidio lei l’abbia sentito durante la pressione, infatti il suo "eh cacchio però Pa!!" unito ad un pacca sul mio testone ne fu la conferma.

In circa 8 ore la sintomatologia dolorosa nella parte esterna del piede diminuì, per poi sparire del tutto da lì ad un paio di giorni. Nel mese successivo Camilla riuscì a fare il saggio di danza senza nessun problema fisico, e anzi notai proprio in quella occasione che l’iperlordosi lombare e l’ipercifosi dorsale erano migliorate.

Davide Colombo, specialista dell'Atlante

FONTE: https://atlantomed.eu/it/blog/postura-di-mia-figlia
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