La sindrome da stanchezza cronica
Inviato: martedì 16 giugno 2020, 2:02
LA SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA
La Sindrome da Stanchezza Cronica, conosciuta anche come Sindrome da Fatica Cronica (CFS), rientra nella classificazione delle Sindromi rare. Colpisce soprattutto le donne tra i 20 e i 40 anni e presenta un'incidenza stimata tra lo 0.4% e l'1%.
La Sindrome da Stanchezza Cronica è una condizione caratterizzata dalla presenza di: fatica cronica persistente per almeno sei mesi, spossatezza che non si risolvere con il riposo e che compare/ aumenta con piccoli sforzi determinando di conseguenza una considerevole diminuzione delle attività occupazionali, sociali e/o personali. Tale situazione non ha nulla a che fare con la stanchezza e spossatezza che tutti noi normalmente sperimentiamo periodicamente.
Il decorso della Sindrome è di tipo ciclico, circa la metà dei soggetti affetti si rimette in 5 anni, ma non è da escludere la possibilità di ricadute.
La diagnosi di CFS resta tutt'oggi molto difficile a causa dell'assenza di un "algoritmo" preciso da seguire. Per questo motivo si giunge al verdetto di "Sindrome da Stanchezza Cronica" solo per esclusione. Il primo passo da fare è dunque eliminare tutte le patologie che potrebbero dare origine agli stessi sintomi che caratterizzano la CFS.
Con le appropriate indagini il medico dovrà escludere la presenza di: infezioni croniche, ipotiroidismo, disfunzioni dell'ipofisi, epatite B o C, tumori maligni, patologie renali, malattie autoimmuni, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, abuso di sostanze alcoliche e obesità. In caso di assenza delle malattie appena elencate si procede con il secondo step: indagare la presenza di 4 o più dei sintomi correlati alla CFS che devono essere presenti per almeno 6 mesi.
I disturbi a cui stiamo facendo riferimento sono i seguenti: faringite, febbre, dolenzia delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione, cefalee di carattere differente da quelle eventualmente presenti in passato, sonno non ristoratore, debolezza in seguito ad esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore.
Sono inoltre comuni problemi della concentrazione e della memoria che tal volta possono risultare così importanti da ridurre sostanzialmente i precedenti livelli delle attività occupazionali e personali. Tal volta la Sindrome da Stanchezza Cronica può condurre alla depressione.
Tra tutti i disturbi la stanchezza resta quello maggiormente debilitante in quanto, oltre a non passare con il riposo, si aggrava in seguito allo svolgimento di attività fisiche e/o intellettuali.
La causa della Sindrome resta tutt'oggi oscura, si presume abbia origine multifattoriale.
La Sindrome da Stanchezza Cronica, conosciuta anche come Sindrome da Fatica Cronica (CFS), rientra nella classificazione delle Sindromi rare. Colpisce soprattutto le donne tra i 20 e i 40 anni e presenta un'incidenza stimata tra lo 0.4% e l'1%.
La Sindrome da Stanchezza Cronica è una condizione caratterizzata dalla presenza di: fatica cronica persistente per almeno sei mesi, spossatezza che non si risolvere con il riposo e che compare/ aumenta con piccoli sforzi determinando di conseguenza una considerevole diminuzione delle attività occupazionali, sociali e/o personali. Tale situazione non ha nulla a che fare con la stanchezza e spossatezza che tutti noi normalmente sperimentiamo periodicamente.
Il decorso della Sindrome è di tipo ciclico, circa la metà dei soggetti affetti si rimette in 5 anni, ma non è da escludere la possibilità di ricadute.
La diagnosi di CFS resta tutt'oggi molto difficile a causa dell'assenza di un "algoritmo" preciso da seguire. Per questo motivo si giunge al verdetto di "Sindrome da Stanchezza Cronica" solo per esclusione. Il primo passo da fare è dunque eliminare tutte le patologie che potrebbero dare origine agli stessi sintomi che caratterizzano la CFS.
Con le appropriate indagini il medico dovrà escludere la presenza di: infezioni croniche, ipotiroidismo, disfunzioni dell'ipofisi, epatite B o C, tumori maligni, patologie renali, malattie autoimmuni, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, abuso di sostanze alcoliche e obesità. In caso di assenza delle malattie appena elencate si procede con il secondo step: indagare la presenza di 4 o più dei sintomi correlati alla CFS che devono essere presenti per almeno 6 mesi.
I disturbi a cui stiamo facendo riferimento sono i seguenti: faringite, febbre, dolenzia delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione, cefalee di carattere differente da quelle eventualmente presenti in passato, sonno non ristoratore, debolezza in seguito ad esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore.
Sono inoltre comuni problemi della concentrazione e della memoria che tal volta possono risultare così importanti da ridurre sostanzialmente i precedenti livelli delle attività occupazionali e personali. Tal volta la Sindrome da Stanchezza Cronica può condurre alla depressione.
Tra tutti i disturbi la stanchezza resta quello maggiormente debilitante in quanto, oltre a non passare con il riposo, si aggrava in seguito allo svolgimento di attività fisiche e/o intellettuali.
La causa della Sindrome resta tutt'oggi oscura, si presume abbia origine multifattoriale.