Trattamento delle aderenze negli esiti cicatriziali con le vibrazioni meccaniche
Inviato: mercoledì 17 giugno 2020, 20:31
Trattamento delle aderenze negli esiti cicatriziali con le vibrazioni meccaniche
Tessuto Connettivo: la fascia muscolare
Dal punto di vista anatomico, fascia è un termine generico usato per descrivere tutti i tessuti connettivi senza nome specifico. Le fasce variano in spessore e dimensione in base alla richiesta funzionale che devono soddisfare.
Vi sono tre tipi di fascia. La fascia superficiale o esterna, che si trova direttamente al di sotto della cute. Questa, in due strati, presenta quantità variabile di tessuto adiposo al suo interno. La capacità della cute di muoversi é fornita da questa fascia più esterna. Direttamente al di sotto della fascia superficiale si trova la fascia profonda, compatta e resistente, che si fonde con muscoli e ossa. La sua funzione è quella di separare i muscoli da gli organi interni. La fascia più interna é la fascia sottosierosa. Essa è una membrana, contenente liquido, che ricopre direttamente i visceri interni.
La fascia ha tre principali funzioni: prima di tutto, fornisce il telaio intramuscolare che tiene insieme il muscolo salvaguardandone la sua stabilità, in secondo luogo permette di trasmettere le forze sviluppate nel muscolo in modo sicuro ed efficiente, infine offre l'isolamento necessario fra i vari organi e tessuti, cosi da permettere una loro funzione efficace senza inibizione da parte di strutture adiacenti.
Le cicatrici
Il tessuto connettivo cicatriziale è più resistente del tessuto originario ma altresì meno elastico. Le cicatrici inoltre sono sempre associate ad aderenze in grado di preservare focolai di infiammazione (per l’impedimento fisico all’irrorazione sanguigna risultante dall’aderenza tissutale) e problemi funzionali diminuendo la libertà di movimento e interferendo con le strutture dei piani sottostanti (fascia connettivale, fibre muscolari, vasi, nervi) intrappolandole. Tali disfunzioni possono manifestarsi anche in distretti lontani dal focolaio di origine per il coinvolgimento del sistema miofasciale e nervoso.
Le cicatrici possono presentare una ‘reattività’, il cui valore dipende dalla loro caratteristica, importanza e collocazione, in grado di facilitare vari tipi di disturbi sia muscolo-scheletrici (minor elasticità e dolori delle articolazioni in genere, alterazioni della postura), organici (disturbi viscerali, difficoltà respiratorie, diminuzione del livello energetico globale a causa del processo infiammatorio cronico) oltre che estetici (e quindi psichici).
La pelle è un fondamentale recettore del sistema tonico posturale, la presenza di cicatrici costituisce un disturbo a tale recettore. Per cicatrice patologica si intende una cicatrice che perturba l’organismo e induce disturbi clinici e posturali, può essere considerata un vero e proprio corto circuito nervoso, in grado di disturbare i grandi sistemi di trasmissione delle informazioni nell’organismo.
Le cicatrici patologiche, possono squilibrare l’organismo a vari livelli:
Squilibrio POSTURALE, per l’azione sui recettori cutanei e l’effetto perturbante sul sistema tonico posturale. Infatti, a livello posturale, una cicatrice retratta, ipertrofica o cheloide è in grado di stirare i recettori cutanei e provocare afferenze propriocettive ed esterocettive alterate. Il sistema tonico posturale viene così disturbato da queste afferente e la risposta muscolare anomala, ha lo scopo di detendere la cute e gli esterocettori stirati. Tale risposta anomala è in grado di generare delle dismetrie funzionali e addirittura generare una falsa una curva scoliotica. Neutralizzando la cicatrice patologica, si ottiene la scomparsa della dismetria e della curvatura scoliotica “adattativa”, valutabile sia radiologicamente che clinicamente (Foto tramite sistema di misura posturale).
Squilibrio MUSCOLO-FASCIALE, per la fibrosi e quindi la conseguente difficoltà di estensione localizzata del tessuto. A causa della fibrosi della cicatrice, la catena muscolo-connettivale presenta zone di minore elasticità, generando un disturbo localizzato che si ripercuote sempre a livello globale, sull’equilibrio delle catene cinetiche in toto.
Squilibrio LINFATICO, per l’ostacolo sul deflusso linfatico locale. Infatti una cicatrice patologica può alterare il deflusso linfatico locale: la stasi linfatica locoregionale in corrispondenza della cicatrice è documentabile con linfoscintigrafia.
Squilibrio ENERGETICO, per l’effetto barriera sulla circolazione energetica; facendo riferimento alla Teoria dei Meridiani, una cicatrice può provocare un’interferenza energetica. Quando un meridiano viene attraversato da una cicatrice, specie se ipertrofica, si ha un “effetto barriera”, con conseguenze legate al disturbo della circolazione energetica.
Squilibrio ENDOCRINO E METABOLICO, per l’anomala secrezione di adrenalina e l’ipersimpaticotonia (aumento dell’attività del sistema simpatico e parasimpatico) che può provocare; Infatti, sfiorando una cicatrice “tossica” con del cotone, si provoca una reazione arteriosa rilevabile al polso (Ipo V.A.S., caduta del polso radiale), causato da una secrezione di adrenalina. Questo fenomeno può diventare cronico in virtù del cosiddetto “effetto vestito”. Lo sfioramento dei vestiti sulla cicatrice durante i movimenti innesca una “pompa” anomala per l’adrenalina. Ciò permette di capire molti disturbi associati, come ad esempio l’obesità, perchè l’adrenalina dà una piccola ipoglicemia permanente, con conseguente tendenza ad assumere carboidrati. Altre patologie osservate sono:
• Distonie neurovegetative
• Ipertensione o ipotensione arteriosa
• Spasmofilia
• Dermalgie riflesse
• Blocchi vertebrali
• Cefalee
• Emicranie
• Fatica cronica
Squilibrio PSICOLOGICO, in quanto la cicatrice può essere legata ad un trauma emotivo o ad un vissuto doloroso profondo, ovvero uno stato di disagio interiore irrisolto e di tensione emotiva, legata all’evento che ha provocato la cicatrice (intervento chirurgico, trauma, incidente). La cicatrice può essere intesa come una forma di memoria dei tessuti rispetto ad un trauma emotivo e ad un evento doloroso e si tratta di vere e proprie cicatrici intoccabili, per il fastidio che il paziente avverte.
Le cicatrici reattive vanno quindi trattate tramite specifiche tecniche di scollamento meccanico tramite le vibrazioni e lo stretching, al fine di eliminare/ridurre le relative aderenze.
Fra le più importanti cicatrici ricordiamo quelle derivanti da:
appendicectomia (asportazione dell’appendice cecale)
taglio cesareo
tiroidectomia (asportazione chirurgica, parziale o totale, della tiroide)
laparoscopia o celioscopia (studio degli organi addominali e pelvici eseguito tramite lo strumento laparoscopio)
meniscectomia (asportazione dalla cavità articolare, in particolare del ginocchio, di uno o più menischi danneggiati o distaccati)
discectomia (asportazione parziale del disco intervertebrale danneggiato in casi di ernia del disco)
laminectomia (asportazione più o meno completa di una parte, lamina, della vertebra in casi di ernia del disco)
interventi chirurgici al cuore
estrazioni dentarie
traumi diretti
ustioni
strappi muscolari
Dal momento che ogni cicatrice interessa non solo la pelle ma anche il tessuto connettivale, fasciale e muscolare, attraverso le catene muscolari può interferire con tutto il sistema organico, muscolo-scheletrico e quindi sulla postura. Il trattamento delle cicatrici determina cambiamenti sia sul dolore, alleviandolo, che nella flessibilità e nell’equilibrio, migliorandoli.
Gli effetti della somministrazione controllata di vibrazioni con gli strumenti AtlantoVib sul corpo umano sono sfruttati per indurre particolari adattamenti ai tessuti e per trattare le aderenze negli esiti cicatriziali. In caso di necessità è possibile indirizzassi specificatamente alle cicatrici usando una punta apposita.
Le cicatrici possono essere causa di una reazione a catena che coinvolge tutto il corpo e non vanno prese alla leggera. Ci sono diverse tecniche che “scollare” e ridurre le cicatrici. La cosa peggiore da fare e pensare che si tratti solo di un problema estetico e niente di più.
Un metodo per verificare e conseguenze delle cicatrici sul resto del sistema è la terapia neurale. Si inietta sotto la cicatrice un anestetico locale lidocaina o procaina “isolando” in questo modo l'effetto della cicatrice sul corpo. Il corpo si riorganizza ed è possibile osservare i cambiamenti. A volte già solo questo stratagemma risolve il problema, una volta che il corpo si è riorganizzato, anche quando l'effetto dell'anestetico svanisce il corpo ormai si è riorganizzato senza tener conto della cicatrice.
Un ottimo metodo specifico per le cicatrici è SCARWORK sviluppato da Sharon Wheeler. Anche il prof. Daniele Raggi in Italia comprende e tratta le conseguenze delle cicatrici.
https://www.scarwork.it/
Tessuto Connettivo: la fascia muscolare
Dal punto di vista anatomico, fascia è un termine generico usato per descrivere tutti i tessuti connettivi senza nome specifico. Le fasce variano in spessore e dimensione in base alla richiesta funzionale che devono soddisfare.
Vi sono tre tipi di fascia. La fascia superficiale o esterna, che si trova direttamente al di sotto della cute. Questa, in due strati, presenta quantità variabile di tessuto adiposo al suo interno. La capacità della cute di muoversi é fornita da questa fascia più esterna. Direttamente al di sotto della fascia superficiale si trova la fascia profonda, compatta e resistente, che si fonde con muscoli e ossa. La sua funzione è quella di separare i muscoli da gli organi interni. La fascia più interna é la fascia sottosierosa. Essa è una membrana, contenente liquido, che ricopre direttamente i visceri interni.
La fascia ha tre principali funzioni: prima di tutto, fornisce il telaio intramuscolare che tiene insieme il muscolo salvaguardandone la sua stabilità, in secondo luogo permette di trasmettere le forze sviluppate nel muscolo in modo sicuro ed efficiente, infine offre l'isolamento necessario fra i vari organi e tessuti, cosi da permettere una loro funzione efficace senza inibizione da parte di strutture adiacenti.
Le cicatrici
Il tessuto connettivo cicatriziale è più resistente del tessuto originario ma altresì meno elastico. Le cicatrici inoltre sono sempre associate ad aderenze in grado di preservare focolai di infiammazione (per l’impedimento fisico all’irrorazione sanguigna risultante dall’aderenza tissutale) e problemi funzionali diminuendo la libertà di movimento e interferendo con le strutture dei piani sottostanti (fascia connettivale, fibre muscolari, vasi, nervi) intrappolandole. Tali disfunzioni possono manifestarsi anche in distretti lontani dal focolaio di origine per il coinvolgimento del sistema miofasciale e nervoso.
Le cicatrici possono presentare una ‘reattività’, il cui valore dipende dalla loro caratteristica, importanza e collocazione, in grado di facilitare vari tipi di disturbi sia muscolo-scheletrici (minor elasticità e dolori delle articolazioni in genere, alterazioni della postura), organici (disturbi viscerali, difficoltà respiratorie, diminuzione del livello energetico globale a causa del processo infiammatorio cronico) oltre che estetici (e quindi psichici).
La pelle è un fondamentale recettore del sistema tonico posturale, la presenza di cicatrici costituisce un disturbo a tale recettore. Per cicatrice patologica si intende una cicatrice che perturba l’organismo e induce disturbi clinici e posturali, può essere considerata un vero e proprio corto circuito nervoso, in grado di disturbare i grandi sistemi di trasmissione delle informazioni nell’organismo.
Le cicatrici patologiche, possono squilibrare l’organismo a vari livelli:
Squilibrio POSTURALE, per l’azione sui recettori cutanei e l’effetto perturbante sul sistema tonico posturale. Infatti, a livello posturale, una cicatrice retratta, ipertrofica o cheloide è in grado di stirare i recettori cutanei e provocare afferenze propriocettive ed esterocettive alterate. Il sistema tonico posturale viene così disturbato da queste afferente e la risposta muscolare anomala, ha lo scopo di detendere la cute e gli esterocettori stirati. Tale risposta anomala è in grado di generare delle dismetrie funzionali e addirittura generare una falsa una curva scoliotica. Neutralizzando la cicatrice patologica, si ottiene la scomparsa della dismetria e della curvatura scoliotica “adattativa”, valutabile sia radiologicamente che clinicamente (Foto tramite sistema di misura posturale).
Squilibrio MUSCOLO-FASCIALE, per la fibrosi e quindi la conseguente difficoltà di estensione localizzata del tessuto. A causa della fibrosi della cicatrice, la catena muscolo-connettivale presenta zone di minore elasticità, generando un disturbo localizzato che si ripercuote sempre a livello globale, sull’equilibrio delle catene cinetiche in toto.
Squilibrio LINFATICO, per l’ostacolo sul deflusso linfatico locale. Infatti una cicatrice patologica può alterare il deflusso linfatico locale: la stasi linfatica locoregionale in corrispondenza della cicatrice è documentabile con linfoscintigrafia.
Squilibrio ENERGETICO, per l’effetto barriera sulla circolazione energetica; facendo riferimento alla Teoria dei Meridiani, una cicatrice può provocare un’interferenza energetica. Quando un meridiano viene attraversato da una cicatrice, specie se ipertrofica, si ha un “effetto barriera”, con conseguenze legate al disturbo della circolazione energetica.
Squilibrio ENDOCRINO E METABOLICO, per l’anomala secrezione di adrenalina e l’ipersimpaticotonia (aumento dell’attività del sistema simpatico e parasimpatico) che può provocare; Infatti, sfiorando una cicatrice “tossica” con del cotone, si provoca una reazione arteriosa rilevabile al polso (Ipo V.A.S., caduta del polso radiale), causato da una secrezione di adrenalina. Questo fenomeno può diventare cronico in virtù del cosiddetto “effetto vestito”. Lo sfioramento dei vestiti sulla cicatrice durante i movimenti innesca una “pompa” anomala per l’adrenalina. Ciò permette di capire molti disturbi associati, come ad esempio l’obesità, perchè l’adrenalina dà una piccola ipoglicemia permanente, con conseguente tendenza ad assumere carboidrati. Altre patologie osservate sono:
• Distonie neurovegetative
• Ipertensione o ipotensione arteriosa
• Spasmofilia
• Dermalgie riflesse
• Blocchi vertebrali
• Cefalee
• Emicranie
• Fatica cronica
Squilibrio PSICOLOGICO, in quanto la cicatrice può essere legata ad un trauma emotivo o ad un vissuto doloroso profondo, ovvero uno stato di disagio interiore irrisolto e di tensione emotiva, legata all’evento che ha provocato la cicatrice (intervento chirurgico, trauma, incidente). La cicatrice può essere intesa come una forma di memoria dei tessuti rispetto ad un trauma emotivo e ad un evento doloroso e si tratta di vere e proprie cicatrici intoccabili, per il fastidio che il paziente avverte.
Le cicatrici reattive vanno quindi trattate tramite specifiche tecniche di scollamento meccanico tramite le vibrazioni e lo stretching, al fine di eliminare/ridurre le relative aderenze.
Fra le più importanti cicatrici ricordiamo quelle derivanti da:
appendicectomia (asportazione dell’appendice cecale)
taglio cesareo
tiroidectomia (asportazione chirurgica, parziale o totale, della tiroide)
laparoscopia o celioscopia (studio degli organi addominali e pelvici eseguito tramite lo strumento laparoscopio)
meniscectomia (asportazione dalla cavità articolare, in particolare del ginocchio, di uno o più menischi danneggiati o distaccati)
discectomia (asportazione parziale del disco intervertebrale danneggiato in casi di ernia del disco)
laminectomia (asportazione più o meno completa di una parte, lamina, della vertebra in casi di ernia del disco)
interventi chirurgici al cuore
estrazioni dentarie
traumi diretti
ustioni
strappi muscolari
Dal momento che ogni cicatrice interessa non solo la pelle ma anche il tessuto connettivale, fasciale e muscolare, attraverso le catene muscolari può interferire con tutto il sistema organico, muscolo-scheletrico e quindi sulla postura. Il trattamento delle cicatrici determina cambiamenti sia sul dolore, alleviandolo, che nella flessibilità e nell’equilibrio, migliorandoli.
Gli effetti della somministrazione controllata di vibrazioni con gli strumenti AtlantoVib sul corpo umano sono sfruttati per indurre particolari adattamenti ai tessuti e per trattare le aderenze negli esiti cicatriziali. In caso di necessità è possibile indirizzassi specificatamente alle cicatrici usando una punta apposita.
Le cicatrici possono essere causa di una reazione a catena che coinvolge tutto il corpo e non vanno prese alla leggera. Ci sono diverse tecniche che “scollare” e ridurre le cicatrici. La cosa peggiore da fare e pensare che si tratti solo di un problema estetico e niente di più.
Un metodo per verificare e conseguenze delle cicatrici sul resto del sistema è la terapia neurale. Si inietta sotto la cicatrice un anestetico locale lidocaina o procaina “isolando” in questo modo l'effetto della cicatrice sul corpo. Il corpo si riorganizza ed è possibile osservare i cambiamenti. A volte già solo questo stratagemma risolve il problema, una volta che il corpo si è riorganizzato, anche quando l'effetto dell'anestetico svanisce il corpo ormai si è riorganizzato senza tener conto della cicatrice.
Un ottimo metodo specifico per le cicatrici è SCARWORK sviluppato da Sharon Wheeler. Anche il prof. Daniele Raggi in Italia comprende e tratta le conseguenze delle cicatrici.
https://www.scarwork.it/