Un colpo alla testa e la mia vita è cambiata



Ricordo Patrizio non solo come paziente, amico e persona affabile, ma anche per la sua professione, alla quale voglio rivolgere il mio pensiero e dedicare questo articolo per rappresentare una categoria, la polizia penitenziaria.

Personalmente, come alla maggior parte delle persone, non mi capita spesso di confrontarmi con uomini o donne che per lavoro debbano trascorrere buona parte della loro vita a stretto contatto con soggetti più o meno pericolosi.

Ciò che é successo a Patrizio, senza clamori, riveste una quotidianità che come per molti altri lavoratori può, ad un certo punto della loro vita, dare una svolta negativa alla propria salute.

In un normale giorno di servizio, nello specifico durante l'ispezione di una cella, é stato colpito alla nuca con un pugno, sferrato a tradimento da un detenuto con estrema violenza.

Dal quel momento la sua vita è peggiorata molto rapidamente a causa delle forti vertigini e l'impossibilità di girare il collo senza dolore, tanto da non poter più essere in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro pensando addirittura a un congedo prematuro.

Miorilassanti, analgesici e farmaci antivertiginosi prescritti, hanno saputo solo tamponare e alleggerire il problema per qualche tempo senza risolverlo.

Escluse cause patogene, danni neurologici e lo spostamento degli otoliti del sistema uditivo, il focus valutativo lo si é posto sulla possibile causa meccanica dettata dal disallineamento dell'Atlante e da tutto ciò che ne deriva come in questo caso. E così é stato.

Il massaggio strumentale preparatorio come il successivo riallineamento della prima vertebra cervicale, ha permesso alla muscolatura ormai spastica della parte cervicale alta, di riequilibrarsi dando modo al sistema propriocettivo di riorganizzarsi e coordinarsi con gli organi e recettori deputati all'equilibrio.

A distanza di un paio di mesi, in seconda seduta, vedendo Patrizio entrare in studio, ho notato subito un colorito più roseo del volto come preludio e successiva conferma di buone notizie riguardo il suo “perenne stare in giostra” a causa delle vertigini e la rigidità del collo.

Sbandamenti con valori prossimi allo zero, la riacquisita capacità di guardarsi alle spalle e la scomparsa della gastrite cronica, sono stati gli elementi fondamentali per motivarlo a non abbandonare il suo fondamentale operato in un mondo “sospeso” e a volte dimenticato come quello delle vite nei penitenziari.

Davide Colombo, specialista dell'Atlante